Perché senza stiamo frenando il progresso e riducendo la qualità della cura del paziente. Nel post precedente abbiamo spiegato la differenza tra interoperabilità proprietaria, e quella non proprietaria. Ma perché preoccuparsi di interoperabilità non proprietaria?

L’importanza dell’interoperabilità non proprietaria

Per capire l’importanza dell’interoperabilità non proprietaria, dobbiamo dare uno sguardo al passato, e capire in che modo noi esseri umani, abbiamo fatto i più grossi salti di progresso evolutivo: siamo riusciti a farli soltanto dopo esserci concordati ed aver adottato uno linguaggio comune, uno standard.

La lingua scritta

Forse il primo e più importante salto siamo riusciti a farlo quando abbiamo cominciato, come esseri umani, a scrivere. Ma scrivere è facile: chiunque può inventarsi un modo di scrivere, che poi capisce solo lui o lei. La vera forza è stata quando abbiamo cominciato ad insegnare ai nostri alunni un linguaggio di scrittura comune, conosciuto a tutti.

A questo punto, le persone che hanno imparato qualcosa, hanno cominciato a scriverla, per non dimenticarsela, ma principalmente per fare in modo che i posteri potessero conoscere questo nuovo concetto e ridurre le probabilità di ripetere gli stessi errori. Da lì, sappiamo poi cosa è successo: abbiamo scritto libri, raccolto biblioteche, ed arricchito sempre di più quello che gli alunni possono studiare per prepararsi per il lavoro. Conseguentemente un essere umano che entra nella forza lavorativa oggi è a conoscenza di molte più nozioni di uno che entrava nell’ambiente lavorativo 200 anni fa.

Le unità di misura

I disagi dovuti a diverse unità di misura sono presenti ancora oggi: una volta, quasi ogni paese aveva unità di misura differenti, con nomi differenti. E quei paesi che utilizzavano lo stesso nome, utilizzavano però a volte diversi “punti di riferimento”, divergendo quindi dall’unità: pensiamo per esempio al gallone imperiale e quello statunitense. Si chiama comunque un gallone, ma quello imperiale è circa il 20% più voluminoso di quello statunitense. Questa situazione è stata ed è ancora fonte di confusioni. Le confusioni sono state spesso cause di vari incidenti. Per evitare il ripetersi di questi incidenti nuove misure di sicurezza sono state implementate. Per implementare nuove procedure di sicurezza, sono stati richiesti costi aggiuntivi. Questa catena di conseguenze sarebbe potuta essere stata evitata utilizzando soltanto ed esclusivamente la stessa unità per misurare il volume.

L’utilizzo del sistema internazionale di misura ha permesso un abbassamento notevole di costi e di errori sia nell’industria che nella ricerca scientifica, che con alte probabilità avrà inciso positivamente sul progresso umano.

I trasporti

Un altro esempio è quello del trasporto merci e passeggeri. Una volta non esistevano ne container, ne strade ferrate con scartamento ferroviario (distanza fra i binari) comune. Questo significa che ogni azienda ferroviaria (per paesi dove la ferrovia era privatizzata) o ogni paese (per i paesi dove la ferrovia era statale) avevano una distanza differente dei binari.

Questo si traduceva nel dover completamente scaricare a mano il treno ricaricarlo ad ogni frontiera. Se ogni paese aveva dei binari con distanze diverse, le carrozze e locomotive di un paese non potevano viaggiare sui binari di un altro paese. Per esempio quando un’azienda voleva trasportare dei beni dall’Italia al Portogallo su un treno, lo scarico e ri-carico dei treni era necessaria almeno tre volte: una volta sul confine Italia-Francia, uno sul confine Francia-Spagna e uno sul confine Spagna-Portogallo. I costi associate a queste procedure devono essere stati proibitivi.

Per poter realizzare la standardizzazione degli scartamenti, sicuramente ci sono stati dei costi iniziali notevoli da sostenere, perché è stato necessario mettere mano su varie reti ferroviarie esistenti. Inoltre saranno stati eliminati vari modelli di business, come per esempio quello dello scarico e ricarico dei treni ai confini. Però ha generato vari nuovi modelli di business, tra cui il boom dei trasporti internazionali, e lo sviluppo di uno standard per i container, e tutte le attività limitrofe all’industria dei container.

Lo standard cefalometrico

Ma senza andare tanto lontani, stiamo pure nel settore dell’ortodonzia: qua non parliamo di standard di analisi cefalometriche, bensì lo standard di come posizionare il paziente quando si fa una radiografia latero-laterale o postero-anteriore.

Quando le macchine radiologiche sono diventate sufficientemente economiche da poter essere utilizzata negli studi ortodontici, ogni ortodontista faceva i cefalogrammi come riteneva meglio. La distanza fra sorgente e paziente era sempre diversa, e così anche l’angolo. Conseguentemente, l’ingrandimento e la distorsione sulla pellicola erano sempre diversi, e non era possibile paragonare i cefalogrammi fatti da uno studio con quelli fatti da un’altro.

Con l’adozione dello standard di Bolton per acquisire i cefalogrammi, è stato finalmente possibile paragonare radiografie, e fare studi su numeri molto più elevati. È stato anche finalmente possibile condividere le analisi cefalometriche tra colleghi. Infatti gli angoli e le distanze misurati adesso hanno un significato molto simile quando misurate su radiografie acquisite da studi differenti. È per questo che, per esempio tu puoi utilizzare sulle tue radiografie l’analisi cefalometrica che Robert Ricketts ha sviluppato sulle sue radiografie.